martedì 27 maggio 2014

Recensione libro: Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini

Eccomi ritornato a scrivere per voi. Tra due settimane finalmente potrò intensificare il mio lavoro. Ho inoltre notato che le persone che mi leggono si sono dimezzate. Ovviamente questo è dovuto alla mia inattività. Mi spiace, ma quest'estate mi farò  sicuramente perdonare.

Il libro sembra scritto in una lingua un po' sbilenca, con interruzioni di pagina un po' particolari, paragrafi lunghissimi e altri cortissimi, insomma, in poche parole sembrerebbe poco equilibrato.
Ma è realmente così?
Perché, a voi sembrano insulti? A me no, anzi.
Trovo invece la sua scrittura molto accattivante e allo stesso tempo innocente, di chi vuole comunicare qualcosa ma semplicemente descrivendo e soffermandosi su pareri personali poche volte.
Non per niente questo romanzo è diventato un grandissimo best seller e l'hanno letto tantissime persone. Casomai voi non l'aveste fatto, vi consiglio caldamente di farlo subito, non perché ve l'ho detto io o altri, ma perché voi, da soli, vi siete informati sul libro.
Il libro narra la storia dell'Afghanistan vissuta da un ragazzino, che poi diventerà adulto. Il libro è però dedicato a tutti i bambini afghani che hanno dovuto tanto soffrire.
Il libro inoltre vuole estirpare i pregiudizi delle persone e vuole realmente commuovere chi queste storie non le ha mai sentite, né studiate, perché purtroppo, nelle nostre scuole, non si insegnano i conflitti moderni o addirittura ancora aperte.
L'autore narra tutto questo dal punto di vista di un non occidentale, mentre noi siamo soliti vedere il  tutto come americani, ed essere sempre dalla parte di questi ultimi.
Ma lui fino all'ultimo non giudica, in quanto tutti e due questi paesi hanno di che vergognarsi e di che vantarsi.
Uno sconvolgimento nel lettore avverrà quando il protagonista si trasferirà in America.
Poi, non vi dico per quale motivo altrimenti non leggerete più il libro, dovrà tornare in Afghanistan.

C'è chi ha criticato questo libro dicendo che ci sono troppe storie al suo interno. E' vero, tuttavia, ciò non fa che arricchire il fantastico valore di questo libro che tutte le scuole dovrebbero fare leggere, invece della solita commemorazione e le solite feste, giustissime, ma trite e ritrite. Perché uno che lo legge, rischia di pensare che queste storie siano tutte inventate, proprio perché non ne ha mai sentito parlare.
La storia del protagonista è più o meno inventata(Nel senso che è una autobiografia leggermente modificata), ma i fatti generali, per così dire, sono realmente accaduti.

E quindi, per alcuni questo libro potrà magari sembrare scontato, troppo semplice per loro, in fondo gli insegnamenti sono sempre gli stessi.
Tuttavia, queste persone, invece di leggere il libro che pensano di conoscere di già, in quelle stesse ore, che cosa fanno? Io penso nulla di più produttivo, ma forse sarò io a sbagliarmi.
Poi, spesso, si pensa di conoscere già una cosa che in realtà non si conosce. Se per esempio vi parlo di un mattone, voi tutti mi saprete dire che cos'è, tuttavia, se io vi chiedo di che materiali è costituito, quando è nato e dove, quale sia il suo peso medio e quanti mattoni servano per costruire un edificio, be', allora forse non tutti sapranno rispondere. Spero di essermi spiegato.

Insomma, vi auguro buona lettura!

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